Il vigontino racchiude molte testimonianze storiche ed artistiche significative. Esse conferiscono nobiltà ad un paesaggio che rivela, ad un sguardo più attento, molti tratti delle sue tradizioni e del suo passato.
Il nostro itinerario ideale per una visita al territorio nel Comune di Vigonza, parte da nord-est, dove nel rettilineo di Via Caltana, a ridosso di S. Andrea di Campodarsego, troviamo l’antica località di Codivernarolo, già ricordata negli statuti del Comune di Padova, nel XIII secolo. Qui sorgeva il sontuoso castello legato alle medievali vicende della feudataria Speronella Dalesmanini e di suo figlio Jacopo da S. Andrea, personaggio menzionato nel canto XIII dell’inferno dantesco. In quel sito ora sorge la Villa “Da Porto”, costruita nel 1464 subì un radicale restauro nel 1772. Inizialmente era proprietà dei nobili “Frigimelica” ed oggi con l’ampio parco e gli alberi secolari di varie specie, è proprietà dei conti “Da Porto” che ne hanno trasformato un’ala in struttura agrituristica.Scendendo lungo Via Quattro Cà intravediamo, a ridosso del Tergola, un piccolo edificio rosso raggiungibile da una stradina laterale, che fu il Mulino, appunto, di Quattro Cà.
Attraversato il ponte sul fiume in Via Campolino, arriviamo a Codiverno, l’antica “Corte di Inverno”, posta tra le due tergole, ciòè tra i due rami del suggestivo fiume Tergola, in cui si può ammirare il mulino “Santon” nei pressi del ponte per Reschigliano ed il cinquecentesco “Palazzo Frigimelica", che lo storico Andrea Gloria attribuisce al Sansovino.
I Frigimelica, tennero il patronato della chiesa di Codiverno fino al 1920. Di questa famiglia si ricordano vari artisti: Francesco, allievo del Tiziano (1580-1621), Girolamo, che nella qualità di architetto contribuì ad una parte della progettazione di Villa Pisani a Stra (1729) ed Ottavio. che sempre nel 1729, fece restaurare la Villa “Da Porto”. La chiesa parrocchiale, dedicata alla SS. Trinità, fu più volte distrutta e riedificata nel corso dei secoli; l’edificio attuale fu iniziato il 12 Ottobre 1913 ed inaugurato l’8 Dicembre 1926 ed infine consacrato il 29 Maggio 1934. A lato sorge alto e maestoso, il compatto campanile, di forme moderne. Proseguendo verso Pionca possiamo deviare verso i due cimiteri gemelli di Codiverno e Pionca che si fronteggiano, uno più antico e l’altro più moderno separati dal piccolo piazzale al centro.
Superato il fiume Tergola siamo a Pionca, nota fin dal 1127, la frazione più “romana” del territorio, essendo posta sul graticolato. Prende il nome dall’antico fiumicello “Plonca” che l’attraversava o secondo altre interpretazioni, il nome Pionca significa “passaggio-passatoia”. Nei tempi antichi era famosa per le sue ruote da mulino, oggi vi prospera l’artigianato ed è conosciuta per la produzione vino merlot. La chiesa parrocchiale anticamente era ubicata nei pressi del Tergola, ma non vi sono rimaste tracce; l’attuale chiesa, dedicata a S. Ambrogio, venne eretta tra il 1935 ed il 1936 e consacrata nel 1970. Degli anni ‘60 è l’alto e slanciato campanile. Il maggior complesso monumentale del paese è la splendida villa Badoer con l’annessa chiesetta di S. Gaetano del 1758, piccolo gioiello di architettura ora divenuta sacrario dedicato ai caduti di tutte le guerre.
Percorrendo la provinciale “Del Cardo” in direzione Sud arriviamo a Peraga, località di antiche origini che appare ufficialmente in un documento del 1025, il nome deriva dal latino “Petrus ager” (campo di pietro o di pietre, riferito alle numerose fornaci esistenti in passato); altra interpretazione del nome Peraga è che derivi da una medievale torre lignea chiamata “Petracha” come troviamo chiamarsi il paese in un atto notarile del 1126.
L’edificio più importante del paese è il “Castello dei Da Peraga” acquistato nel 1985 dal Comune, che occupa il luogo dove un tempo sorgeva la fortezza dei “Peraga”. Dell’esistenza di un castello a Peraga si ha notizia dal 1258, fu quasi completamente distrutto nel 1319 da Jacopo da Carrara; gli abitanti e le carte topografiche hanno sempre indicato il luogo come “Il Castello”.
Dalla nobile famiglia dei Da Peraga uscirono personaggi illustri, dei quali il più celebre fu Bonaventura (1332-1388), teologo Cardinale agostiniano, al quale è dedicata la via principale del paese.
Il castello oggi, con gli ampi spazi che mette a disposizioni a tutta la comunità vigontina, con l’ampio parco, vero polmone verde, è luogo di manifestazioni, iniziative ed incontri sociali a favore della cittadinanza. Nei pressi possiamo notare il complesso del vecchio mulino sul Tergola e più avanti, in via Arrigoni, troviamo la nobile villa Arrigoni (XVI e XVII), che fu la residenza di Gianbattista Arrigoni, primo Sindaco di Vigonza per ben 33 anni (1867-1900).
Di fronte alla villa, imbocchiamo Via Trevisan dove, all’incrocio con Via Rigato, possiano vedere “Villa Trevisan-Sacchetto” con annessi rustici, oratorio e masseria che costituiscono un importante complesso monumentale. Un’interessante deviazione per Via Paradisi ci porta, dopo avere superato il cimitero e Via Colombo in quella borgata che, nei secoli passati, fu l’antica Peraga. Le quattro case sono disposte sull’ideale poligono di una piazzetta e poco più oltre un capitello del 1926, ricorda il sito occupato dall’antica Pieve di S. Maria di Peraga. La chiesa parrocchiale, dedicata ai SS. Vicenzo e Anastasio, fu ricostruita tra il 1804 e il 1820, dopo il crollo del campanile nel 1802, che la distrusse quasi completamente; la facciata fu aggiunta un secolo dopo e benedetta nel 1934. L’attuale campanile (48 metri) fu iniziato nel 1874 e inaugurato nel 1888.
Dalla chiesa, percorrendo Via Carpane, si arriva alla località di Carpane, che fu un antico centro benedettino, circondato da boschi di carpine, da cui prese il nome, caratterizzata dall’antica chiesetta di S. Pietro, già citata nel 1297.
Proseguendo si arriva alla località di Barbariga, in un paesaggio in cui predomina il verde con case sparse e vecchie ville. Qui vi è la stazione ferroviaria di Vigonza-Pianiga sulla linea Padova-Venezia. Nella zona del Colmello troviamo la villa “La Barbariga” dei secoli XVII-XVII1, ora Basaglia, con parco e oratorio in cui è posta un pala della Beata Vergine di scuola Tiepolesca.
La parte sud del Comune è quella che ha subito i maggiori mutamenti ed è tuttora in continua espansione, essendo attraversata da grandi vie di comunicazione quali la ferrovia, l’autostrada, la statale per Venezia e lo svincolo della tangenziale verso Padova, nonché la vicinanza alla città di Padova.
Da Perarolo si arriva subito a Busa, la più recente tra le frazioni del Comune e la più densamente abitata, si è costituita da una porzione di Perarolo negli anni ‘70, con il rapido sviluppo edilizio ed il moltiplicarsi delle attività economiche della zona. Conosciuta per il famoso tunnel ferroviario della linea Padova-Venezia costruito nel 1862, e fino a pochi anni fa tortura degli automobilisti prima della costruzione del nuovo sovrapasso e dello svincolo che hanno liberato la località dalla morsa del traffico. La moderna chiesa parrocchiale è dedicata alla Beata Vergine di Lourdes.
Attraversato il ponte sul Brenta svoltiamo in Via Martiri della Libertà, e dopo il sottopasso dell’autostrada arriviamo alla più piccola delle frazioni, S. Vito, che a causa del raddrizzamento dell’ansa del fiume, nel 1854, venne a trovarsi al di là del Brenta, come “un’isola”, incastrata nel territorio di Noventa Padovana e per di più stretta da due autostrade. La chiesa parrocchiale ha la struttura tipica dell’epoca longobarda ed appare in un documento del 1132, fu ricostruita tra il 1746 e il 1782, come risulta da una pietra incastrata all’esterno della abside. L’altare della Madonna, prima dedicato alla Madonna della Neve (1572) presenta un pagliotto in scaiola di notevole fattura. Si mette in evidenza la pala dell’altare dove sopra i santi Carlo Borromeo, S. Vito e S. Francesco si innalza fra le nuvole la Madonna con il bambino. La pala è opera di un pittore veneto attivo a cavallo tra il XVI e XVII secolo. La base del campanile risale almeno al XII secolo. Interessante è Villa Gloria, settecentesca, inserita in una bel parco, residenza dell’insigne storico Andrea Gloria (1821-1911), come ricorda una lapide sulla facciata verso l’autostrada.
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