Vigonza: la storia!

Vigonza, veduta aerea

COME NASCE IL NOME "VIGONZA"?

Il termine VIGONCIA fa capolino per la prima volta in un atto notarile, la Cartula de morgincap (dono del primo mattino di matrimonio): Giovanni, del fu Martino di Piove di Sacco, nel Novembre 999, nel giorno delle sue nozze, dona la quarta parte di tutti i suoi beni alla fanciulla diletta e amatissima Giustina, figlia di Berengerio, abitante nel luogo di VigonzaSi pensa pure che il nome Vigonza derivi dal bivio medievale che si incontrava andando da Padova a Vigonza: da una parte si andava a Treviso, dall'altra la strada portava a Venezia. Da qui il nome “Bicunzia”, ossia biforcazione, poi trasformata nella parlata in Vigonza. Nel 1085 la troviamo denominata Villa Vigoncia, in una vendita dell’8 dicembre 1124 Vìgoncia è invece ripetutamente nominata Vigonza.

UN PO' DI STORIA!

Il comune di Vigonza e' un territorio popoloso e soprattutto molto esteso, collocato alle porte di Padova e impreziosito da numerose frazioni dalla storia millenaria: andiamo a scoprirla!

Il territorio fu abitato fin dai tempi dei Veneti antichi (ritrovamenti in zona Peraga confermano che le prime forme di vita umana si stanziarono nel VII secolo a.C.: anfore, tracce di pavimentazione in cotto, ampolle, monete in bronzo e soprattutto due iscrizioni nei pressi della chiesa parrocchiale, la prima con l’iscrizione “TAMPIA L. DIOVEI” che la gens TAMPIA dedico' al dio Giove, la seconda raffigurante “SEX. POM…/ SEX. ED…” probabilmente dedicata a Sesto Pompeo. Entrambi i reperti si trovano esposti al Museo Civico di Padovae venne compreso in quella grande opera di architettura ed ingegneria denominata “graticolato romano”, almeno fin dalla seconda metà del l° secolo a.c..
Il “graticolato” divideva il territorio a nord-est di Padova in un reticolo di vie e di corsi d’acqua regolari racchiusi in quadrati perfetti con dimensione 710x710 metri.
Tracce evidenti della dominazione romana si sono ritrovate in più zone, tra Peraga (zona via Paradisi), via Carpane (pozzo di 80 cm di diametro), Busa (anfore) e il capoluogo (lungo il Tergola e soprattutto nel 2015, durante i lavori di ristrutturazione del "Borgo", con il ritrovamento di una fondazione completa di una costruzione importante, probabilmente un tempietto votivo, con dimensioni 10 metri per 8 con contrafforti, un'ara e un colonnato antistante, forse di sostegno a un porticato. Il corpo centrale fa presupporre che fosse almeno a due piani).
Cippo romano ritrovato a Peraga
Cippo romano ritrovato a Peraga (museo di Padova)
Tempietto votivo romano ritrovato nel 2015 nell'area del retro - Borgo
Per ritrovare le origini dell'attuale capoluogo si deve andare ai Longobardi quando, nel 602, incendiarono Padova e si impadronirono delle campagne patavine: da qui l’idea (non certa) che il toponimo Vigonza derivasse da un capo longobardo di nome Gunz, il quale dopo essersi impadronito di queste terre, fondò il vicus denominato “vicus Guntius”... E quindi il nome di Vigonza.

Il Medioevo portò in dote parecchie novità e il territorio vigontino si arricchì di castelli e fortezze che esprimevano il potere delle famiglie più potenti: i “Da Vigonza, Da Peraga e Dalesmanini”. Furono anni molto turbolenti, per le continue vicissitudini politiche che si riverberavano in estenuanti battaglie, lotte, guerre, conquiste, invasioni, distruzioni con protagonisti tanti attori (Ezzelino, gli Scaligeri, i Carraresi, i veneziani, l'impero Austriaco e altri): fatiche di una vita, sudori e stenti di intere generazioni venivano annientate in un attimo. Evento simbolo che chiuse un'epoca fu nel 1319, con Peraga, Vigonza e altri villaggi circostanti date alle fiamme e rase totalmente al suolo dai padovani come difesa contro Austria e veronesi alleati.
Nicolo' BolzanelloDa Vigonza, Santo
Nell'andito fra la Basilica del Santo a Padova e il chiostro del capitolo si trova la tomba di Bolzanello "da Vigonza" e del fratello Nicolò, eretta nel 1380 circa, sormontata da un famoso, meraviglioso, affresco di Giusto de' Menabuoi conosciuto come "Incoronazione della Vergine".
Nel 1405, con l'avvento della “Serenissima” Repubblica di Venezia, iniziò un periodo prospero grazie anche alla (mai conosciuta prima!) stabilità politica tanto che i quattro secoli di pace di cui godettero le genti allontanarono il ricordo di calamità naturali (soprattutto le storiche e dolorose alluvioni) malattie (quale peste, tifo ed altre epidemie) nonché gravissime carestie, che funestarono il corso dei secoli precedenti.
Si insediarono numerose famiglie nobiliari (con possedimenti ancora esistenti fino ai primi dell’800) come i Donà, i Pisani, i Badoer e i Soranzo e, conseguentemente, vennero costruite meravigliose ville che rappresentavano, accanto ai casoni e ai rari edifici in pietra, allo stesso tempo sia residenza che luogo produttivo e di svago ma, anche, simbolo tangibile di prestigio.
Durante "la Serenissima" Codiverno e Pionca appartenevano alla podesteria di Camposampiero, Peraga, Vigonza, Carpane e Barbariga alla vicaria di Mirano, mentre S. Vito e Perarolo a quella di Oriago.
Il centro di Vigonza nel 1580
Il centro di Vigonza nel 1580

Nel 1797, con la caduta della Repubblica di Venezia e l’arrivo di Napoleone, la suddivisione dei territori venne ripensata e nei primi anni del 1800 fu istituito il Comune di Vigonza che comprese, fino al 1819, anche Mellaredo (oggi in Comune di Pianiga).
vita nei campi 800
La vita nei campi nell'800 (fam. Meneghello)
Fece seguito ai francesi il dominio austriaco ed il vigontino divenne parte del regno lombardo-veneto fino al 1866, anno in cui vi fu l’annessione al Regno d’Italia
Nel 1875 fu storico l'incontro fra il Re D’Italia Vittorio Emanuele II e l’Imperatore d’Austria Francesco Giuseppe, nella zona detta dei Prati, il 6 aprile, per festeggiare la ritrovata pace dopo le guerre di indipendenza fra una folla festante e 17.000 soldati che sfilarono (a ricordo, in via Prati, sorge il famoso obelisco - vedi i punti d'interesse di Vigonza cliccando qui).
Re Vittorio Emanuele giunge all'incontro con l'imperatore d'Austria
Re Vittorio Emanuele giunge all'incontro con l'imperatore d'Austria
Agli occhi della neonata Italia Vigonza presentava una popolazione poco numerosa e in condizioni piuttosto misere, con il progresso sociale ed economico che tardavano a giungere. Fu necessario attendere la fine delle guerre mondiali, soprattutto la Seconda (che portò numerosi danni a edifici e infrastrutture, ricordiamo la Chiesa di Vigonza gravemente compromessa nonché lacerazioni sociali e umane che necessitarono di anni per essere appianate, un po' come dappertutto) per assistere ad un rapido sviluppo economico che ha fatto, da un lato, proliferare le attività produttive più varie e innovato l’agricoltura ma ha rischiato però, così repentino, di cancellare le radici culturali e rurali che hanno caratterizzato la zona.
Il neonato Borgo Rurale (anni '30)
Il neonato Borgo Rurale (anni '30)
20 marzo 1945, bombardamento chiesa Vigonza
20 marzo 1945, bombardamento sulla Chiesa di Vigonza


IL SIMBOLO DEL COMUNE

Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del Presidente della Repubblica del 2 settembre 1959.

«Inquartato: nel primo e nel quarto fasciato d'oro e d'azzurro, di quattro pezzi; nel secondo e nel terzo di rosso, ad una ruota d'oro; sul tutto uno scudetto d'azzurro, caricato di un cippo marmoreo cuspidale fondato su una pianura di verde e caricato nella base del numero 1875 in cifre di nero. Ornamenti esteriori da Comune.»

Lo stemma civico ricorda nel primo e nell'ultimo quarto l'emblema della locale famiglia da Vigonza (fasciato d'oro e di rosso, di quattro pezzi); nel secondo e nel terzo quarto è presente una ruota, simbolo dei signori da Peraga (d'azzurro, alla ruota d’oro).

Il gonfalone è un drappo partito di azzurro e di rosso.


Simbolo Citta' di Vigonza

CREDITS
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